G. Colozza - La Meditazione. Appunti di psicagogia. - Pierro, Napoli, 1903.
p. 13
Un libro sulla Meditazione scritto da un italiano è doppiamente meraviglioso; perchè gli italiani raramente meditano e chi medita raramente scrive. Meditare è vivere internamente, e l'italiano vive di vita esterna; meditare è amore di solitudine, e l'italiano è socievole; meditare è tacere, e l'italiano è chiaccherone. Diciamo subito che non è un libro dí un meditativo, ma un libro per aiutare la meditazione; è un trattato scientifico, un opera pedagogica, uno studio storico; l'autore non ricorre all'esperienza personale, ma a quella degli altri, e cita più spesso S. Francesco di Sales che G. Colozza. Così come é, senza pretese (libro dì appunti) è un buon libro, dove si trovan dei fatti e qualche idea. La tendenza generale del libro è buona: combattere, cioè, l'attitudine positivista dello sguardo rivolto alle cose esterne e non alle interne, combattere il vecchio pregiudizio che meditazione sia contrario ad azione, e che gli analisti non siano capaci di cose pratiche, mettere In luce quelle improvvise trasmutazioni di tutta la psiche, che fanno del silenzioso Cromwell un gran generale, un acuto politico, un capo religioso. Queste ed altre cose si trovano nel libro; e molte altre è capace di suggerirne a coloro che sanno il potere del silenzio e sono con la meditazione ascesi alla chiesa trionfante dei pensatori laici, fra F. Amiel e Carlyle, de Vigny e Avempare, Schopenhauer e Marco Aurelio.
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